Il nostro paese, dopo la Grecia, ha il primato per i NEET, ovvero giovani tra i 16 ed i 24 anni che non studiano, non lavorano e non ricercano alcuna occupazione. Per un approfondimento : http://www.rapportogiovani.it/il-pianeta-neet-in-italia/ Questo fenomeno, a volte anche molto sottovalutato, ha delle ricadute, sul piano del singolo, della famiglia e della società tutta. Si, perchè un adolescente o giovane adulto che sia, sin dagli inizi della sua carriera scolastica più avanzata come quella degli studi superiori, universitari e dello sviluppo della carriera lavorativa, "dovrebbe" poter beneficiare di azioni "esterne" volte a potenziare la sua capacità di riconoscere, oltre che alle sue attitudini, anche il mercato del lavoro e le opportunità che esso offre. Moltissimi ragazzi, ad oggi, sono disorientati, da una miriade di informazioni che processano, così velocemente, da ciò ciò che li possa veramente incuriosire, stimolare, attivare e di conseguenza far scegliere, a volte anche senza pensarci troppo, un ambito di studi e professionale. Naturalmente i fattori in gioco sono molti. La personalità di ogni singolo individuo, le sue esperienze pregresse, la sua situazione familare, e quella d'estrazione sociale. Rispetto ad una soluzione di tipo preventivo e microcosmico nei riguardi del fenomeno, l'orientamento scolasico e professionale, svolto più che una funzione di carattere psicologico, deve poter allinearsi alla nuova realtà spingendo i giovani verso una consapevolezza maggiore di stessi in modo globale e portarli sul punto di agire davanti ad una scelta. In questo modo, ogni individuo, può riacquistare un senso identitario nuovo sperimentando positività o negatività riallaciadosi però a desideri e volontà proprie. Le azioni di orientamento, sono interventi progettuali rivolti alle agenzie principalmente coinvolte nell'educazione e nella formazione dei giovani d'oggi, e possono svilupparsi su vari livelli partendo dal singolo e collaborando con famiglia, scuola, altri enti professionali od associativi. Al livello della sfera individuale, il Counseling Orientativo e Professionale più che come pratica psicologica si traduce in:
Quest'ultimo punto, viene strutturato come una vera e propria attività laboratoriale. Quindi si può sostenere che le pratiche di orientamento scolastico e professionale ad oggi siano ancora più necessarie che un tempo, e lo debbano essere in modo più incisivo Scuola, famiglia e professionisti sono deputati ad inserire il giovane all'interno di un circolo che possa attivare risorse e srumenti per la sua valorizzazione personale. Consulenza Psicoeducativa promuove verso il singolo, la famiglia e la scuola, attività progettuali mirate allo sviluppo degli obbiettivi di cui sopra. Riportando al giovane le sue capacità, interessi ed aspirazioni su un piano in connubbio con le reali esigenze del mercato del lavoro. APPROFONDISCI QUI L'OFFERTA PROPOSTA: http://consulenzapsicoeducativa.weebly.com/orientamento-scolastico-e-professionale.html Articolo redatto per Consulenza Psico-Educativa da: Dr Alfredo Bonafede – Psicologo. Se l'articolo è risultato di tuo interesse puoi scaricarlo qui sotto oppure iscriviti alla Newsletter, rimarrai aggiornato su articoli riguardanti la Psico-Educazione. Trovi anche la Carta dei Servizi per conoscere tutti i servizi offerti.
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Come preannunciato nell'articolo precedente, ecco a Voi un articolo riguardante un tema molto importante nella Psico Educazione: L'osservazione. Perché e come trattiamo questo tema è presto detto: L'osservazione è uno dei dispositivi più importanti negli interventi psico educativi e non solo, l'osservazione verrà in tal senso scoperta come una metodica per la comprensione del comportamento sia esso problematico o meno e come base per un successivo intervento. A monte di questo ragionamento, poniamo una discriminazione etimologica tra termini molto simili ma che in questo caso vanno tenuti ben distinti: Vedere, guardare ed osservare. Tutti e tre pongono come essenziale l'uso della vista e la constatazione di fatti che accadono intorno a noi. Ma vediamone le differenze: 1. Vedere: Implica una posizione, da parte chi compie l'azione, di un pressoché totale grado di passività. Motivo per cui, quando vediamo qualcosa molto difficilmente siamo siamo stati indotti a farlo, ma ci siamo “ritrovati” in un modo o nell'altro a vedere quanto succedeva intorno a noi. Vedere, però, non implica necessariamente che non si possa successivamente passare ad un livello più intenzionale della nostra azione visiva, come quando rivolgiamo il nostro sguardo per “guardare” o viceversa rimanere ancora nella posizione iniziale di chi vede e basta. 2. Guardare: In questo secondo caso, da parte chi compie l'azione, è presente un certo grado di passività, minore rispetto al vedere, ad esempio quando noi tutti guardiamo qualcosa che ha attirato il nostro iniziale interesse ed attenzione, ma sulla quale non poniamo alcun intervento o modifica. E' improbabile infatti, che siamo in grado di modificare quanto guardiamo succedere in TV. Generalmente, e lo ribadiamo, iniziamo a guardare qualcosa perché la nostra attenzione, per una ragione o per un altra, fa sì che il nostro sguardo si rivolga verso quell'oggetto d'attenzione, per l'appunto. Gli sviluppi conseguenziali dell'azione del guardare possono essere in ordine di impegno: indietreggiare verso uno stato di inconsapevolezza come il vedere di cui abbiamo poc'anzi parlato, passare ad un altro oggetto d'attenzione mantenendo un certo grado di vigilanza (continuare a guardare), oppure passare all'azione o meglio all'Osserv-Azione. 3. Osservare: Osservare ed Osservazione non sono dei termini propriamente uguali. Da un lato infatti, osservare sarebbe come dire guardare. Osservazione implica un atteggiamento completamente diverso, di attività, di modifica delle condizioni che si stanno osservando, anche in tempo successivo, di quanto osservato. Osservazione è entrare a far parte del sistema osservativo degli accadimenti attorno a noi, avendo una lente esperta, che consenta di comprenderne i meccanismi fattuali. Quanto detto, in una cornice psico educativa, agevola un po' di ordine per quanti vogliono capire il perché di certi comportamenti e porre le basi per un cambiamento di determinati accadimenti dettati dai comportamenti stessi. E' importante quindi, in quanto genitori, educatori, insegnanti, professionisti che a vario titolo operano in diversi contesti come scuole, centri di riabilitazione, CDD, RSD e varie realtà, con comportamenti problematici, ambigui, bizzarri assumere una prospettiva osservativa funzionale, perché molti sapranno ogni comportamento non è mai fine a se stesso ma ha sempre un suo Antecedente ed una sua Conseguenza. E' di fondamentale importanza, in tal senso, poter giovare dell'osservazione dei comportamenti, i comportamenti sono la punta dell'iceberg, i comportamenti comunicano, indicano, influenzano ed a loro volta sono influenzati dall'ambiente e da altri comportamenti, in una spirale continua di contingenze. A tal proposito, una delle metodologie più funzionali, provenienti dall'approccio cognitivo-comportamentale, per poter analizzare un comportamento e comprenderne oltre che le cause anche ciò che lo mantiene è l'A.B.C. Osservativo. Esso, è alla base di successivi interventi psico educativi ed è il criterio per avviare, dopo la comprensione del comportamento problema, un lavoro oltre che su di esso anche anche sui pensieri, talvolta irrazionali. L'ABC è tra gli argomenti di formazione per insegnanti, educatori, operatori della riabilitazione psichiatrica e tutti colo i quali desiderano ottenere una preparazione adeguata sui disturbi del comportamento ed avviare progetti psico-educativi formativi per i genitori (Parent Training) nonché per gli Insegnanti (Teacher Training) e per i bambini (Child Training). Nel prossimo articolo leggerete su: Orientamento: Azioni a favore dell'individuo e contro la dispersione scolastica, professionale ed identitaria. Articolo redatto per Consulenza Psico-Educativa da: Dr Alfredo Bonafede – Psicologo. Esperto in tecniche cognitivo-comportamentali nella Psico-Educazione. Se l'articolo è risultato di tuo interesse puoi scaricarlo qui sotto oppure iscriviti alla Newsletter, rimarrai aggiornato su articoli riguardanti la Psico-educazione ed i disturbi del comportamento. Trovi anche la Carta dei Servizi per conoscere tutti i servizi offerti.
Molti di coloro i quali sono impegnati in ambito scolastico piuttosto che domiciliare nella Psico-Educazione di bambini con A.D.H.D. e/o con altri disturbi del comportamento, avranno di certo sentito parlare, letto, studiato o applicato la strategia della Token Economy. Una premessa importante a riguardo, è la chiarificazione di cosa realmente sia e della sua efficacia, proprio perché, in molti casi, può risultare contro-produttiva come strategia per il miglioramento dei comportamenti, nella fattispecie problematici, manifestati nei diversi contesti. E' indispensabile conoscere, prima della applicazione della T.E. il concetto di rinforzo. Il rinforzo infatti, può essere di due tipi: positivo o negativo. Parliamo di rinforzo (stimolo) positivo quando intraprendiamo un'azione finalizzata all'assegnazione di una gratificazione o premio davanti ad un tipo di comportamento desiderabile emesso dal soggetto, viceversa, parliamo di rinforzo negativo quando intraprendiamo un'azione finalizzata a non assegnare un premio o una gratificazione di alcun tipo o addirittura retrocediamo, togliendo, un rinforzo positivo assegnato precedentemente (costo della risposta). La Token Economy, può essere paragonabile ad un sistema simbolico di tipo economico. Gli obbiettivi che si possono raggiungere, grazie alla sua corretta applicazione sono, in generale:
Una nota va riservata al fatto che non tutti i comportamenti possono essere considerati come o solo positivi, o solo negativi, ma funzionali o disfunzionali al contesto di riferimento in cui vengono messi in atto. Tornando all'efficacia nell'utilizzo della T.E. Dobbiamo certamente tenere a mente:
Un altro vantaggio, è quello di poter monitorare ed ottenere una visualizzazione dei momenti cruciali in cui o il soggetto ottiene punti o al contrario no e quindi, nel suo complesso, consente di avere una visone globale del comportamento per effettuare un' analisi sul comportamento (analisi funzionale) o sulla situazione in cui la si applica. Vediamo un esempio di T.E. individuale su base settimanale: Infine, la T.E., è inserita all'interno dei programmi psico-educativi formativi per i genitori (Parent Training) nonché per gli Insegnanti (Teacher Training) che potranno applicarla e per i bambini (Child Training). Nel prossimo articolo leggerete su: Non tutti i comportamenti vengono per nuocere! Osservare per capire. Articolo redatto per Consulenza Psico-Educativa da: Dr Alfredo Bonafede – Psicologo. Esperto in tecniche cognitivo-comportamentali nella Psico-Educazione. Se l'articolo è risultato di tuo interesse puoi scaricarlo qui sotto oppure iscriviti alla Newsletter, rimarrai aggiornato su articoli riguardanti la Psico-educazione ed i disturbi del comportamento. Scarica l'articolo in formato .pdf
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Il metodo delle Auto Istruzioni Verbali per l'apprendimento e la risoluzione di problemi in Bambini A.D.H.D. Spesso genitori, insegnanti ed educatori che lavorano o supportano bambini A.D.H.D. si trovano ad affrontare il fatidico momento dei compiti. Sarà ormai noto che una delle caratteristiche principali del disturbo ADHD è la mancanza di autoregolazione nel fornire risposte adeguate ad un compito specifico in cui è insita la risoluzione di un problema. Tra i comportamenti maggiormente riscontrati nei bambini ADHD si denota infatti: velocità ed impulsività nel rispondere ad una domanda prima ancora che questa sia stata completata, comportamento questo che non consente al bambino di comprendere fino a fondo ciò che gli viene chiesto sia oralmente che per iscritto. Molto frequentemente infatti questi bambini, di fronte ad un compito di complessità crescente e sopra le loro aspettative, possono rispondere in diversi modi:
Ma adottare questo genere di soluzione non comporta alcun beneficio a lungo termine per il bambino, egli apprende infatti che per evitare compiti di questo genere deve:
Tornando al nostro discorso, dunque come possiamo metter nelle condizioni un bambino ADHD di imparare strategie che attenuino la sua impulsività'? Come riuscire a fargli comprendere, in modo completo, il senso di ciò che deve svolgere senza dover arrivare a crisi di rabbia? Ed infine, come costruire insieme a lui un metodo che lo rende sempre più autonomo e capace nella risoluzione di un problema e lo faciliti nell'apprendimento? La risposta che ci viene fornita da alcuni studiosi come C. Cornoldi, M. Gardinale, A. Masi, L. Pattenò, in Impulsività ed Autocontrollo (1996) è il Training di autoistruzioni Verbali. Vediamo come funziona in pratica. Prima di far iniziare il compito, illustriamolo bene al bambino, e dopo che quest'ultimo lo ha letto o ascoltato si può porre la seguente domanda: “ ...Bene, ora che hai letto la consegna di questo esercizio quanto tempo pensi di aver bisogno per completarlo?..”. Il bambino potrà fornire anche una risposta approssimativa sul tempo che gli serve, ed in quel caso ci possiamo render conto se ha razionalizzato la difficoltà del compito stesso. In un secondo momento possiamo rivolgerci al bambino e dire: “ Ok ...sono sicuro che farai un ottimo lavoro, ma voglio insegnarti un trucco in cinque passi che ti permetterà di lavorare bene anche quando sarai da solo e vorrai evitare di commettere errori..., questo trucco lo scriveremo insieme su una pagina così potrai rileggerlo tutte le volte che vuoi fin quando non lo avrai fatto tuo...”. Il bambino potrà quindi scrivere per poi ripetere oralmente anche in un secondo momento quanto segue:
Questo esercizio, ripetuto anche al di fuori dai normali compiti scolastici, può aiutarlo in diverse situazioni in cui deve compiere una scelta o risolvere un problema di ordine quotidiano, limitando ed attenuando la sua impulsività, aumentando il grado di autonomia nell'utilizzo del suo dialogo interiore. Solitamente il Training di autoistruzioni Verbali viene insegnato al bambino la prima volta facendolo ripetere ad alta voce, la seconda volta a bassa voce, la terza volta solo muovendo le labbra, l'ultima volta, se riesce, a mente. Questo programma è inserito all'interno di un training più ampio sulle abilità sociali e potenziamento dell'attenzione. I genitori ed operatori che lo svolgono sono formati adeguatamente all'utilizzo di questa tecnica avendo frequentato un Parent Training o un corso specifico sulle tecniche cognitivo-comportamentali. Nel prossimo articolo leggerete su: La Token Economy, uno strumento per monitorare e migliorare il comportamento in casi di bambini ADHD e altri disturbi del comportamento. Articolo redatto per Consulenza Psico-Educativa da: Dr Alfredo Bonafede – Psicologo. Esperto in tecniche cognitivo-comportamentali nella Psico-Educazione. |
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July 2017
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